ISPI - Istituto per gli Studi di Politica Internazionale

09/20/2024 | Press release | Distributed by Public on 09/21/2024 04:58

Von Der Leyen a Kiev: “Porto il sostegno dell’Europa”

Ursula von Der Leyen è arrivata questa mattina a Kiev per la prima visita in Ucraina dall'inizio del suo secondo mandato come presidente della Commissione europea. Von der Leyen ha discusso con il presidente Volodymyr Zelensky del sostegno dell'Europa, all'indomani del voto al Parlamento europeo che autorizza l'uso di armi occidentali in Russia, e dei preparativi in vista dell'inverno. Circa la metà delle infrastrutture energetiche ucraine, infatti, è stata distrutta dai bombardamenti russi, e i blackout elettrici a rotazione lasciano intere regioni del paese al buio per ore. "È come se tutta la Lettonia, la Lituania e l'Estonia avessero perso l'elettricità" ha detto la presidente, spiegando che "la stagione dei riscaldamenti inizierà tra due settimane e gli attacchi incessanti alle infrastrutture energetiche civili dell'Ucraina mirano a infliggere il massimo danno". L'Europa, ha aggiunto, "aiuterà l'Ucraina nei suoi coraggiosi sforzi per superare tutto questo".

Una risoluzione divisiva?

La visita arriva all'indomani della votazione con cui il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione non vincolante in cui chiede agli stati membri di consentire all'Ucraina di colpire "obiettivi militari legittimi sul territorio russo" con le proprie armi. In tal modo, l'assemblea di Strasburgo chiede ai 27 di superare reticenze e restrizioni e consentire all'Ucraina di "esercitare pienamente il suo diritto all'autodifesa". La risoluzione è passata con 425 voti a favore, 131 contrari e 63 astensioni. La questione dell'uso di armi occidentali sul territorio russo è da tempo argomento centrale del dibattito tra i governi a favore - convinti che autorizzare attacchi sul suolo russo sia l'unico modo per costringere Mosca a trattare - e quelli contrari, preoccupati al contrario che una simile decisione possa portare ad un'escalation del conflitto. Il testo approvato, chiede inoltre di rafforzare le sanzioni contro l'Iran e la Corea del Nord "per il loro sostegno militare a Mosca" e sollecita l'Ue e la comunità internazionale a stabilire "un regime legale per sequestrare i beni russi congelati da utilizzare come "parte degli sforzi per risarcire l'Ucraina per gli ingenti danni subiti".

Un milione di vittime?

Intanto fa discutere il bilancio di un milione di vittime complessive dall'inizio del conflitto su entrambi i fronti. A ipotizzarlo è il Wall Street Journal sulla base di documenti riservati e informazioni di intelligence, dato che le cifre ufficiali sono tenute segrete anche per proteggere il morale della popolazione civile, a Mosca come a Kiev. Secondo il quotidiano americano "determinare il numero esatto di morti e feriti nel conflitto è difficile, con Russia e Ucraina che si rifiutano di pubblicare stime ufficiali e, talvolta, hanno diffuso cifre ampiamente disattendibili". I documenti trapelati dal Pentagono, riportati a luglio dall'Economist, suggerivano che le perdite russe potrebbero essere ancora più gravi: la stima più alta è di 728mila soldati uccisi, feriti o catturati. Mosca non ha comunicato il numero delle sue vittime cadute in guerra e l'ultima cifra fornita a settembre 2022 era di 5937 soldati uccisi. Al contrario, una stima ucraina riservata di inizio anno contava le perdite di Kiev in 80mila soldati uccisi e 400mila feriti, scrive il Wsj, ricordando che il presidente Zelensky aveva presentato un numero molto più basso di vittime militari a febbraio, senza rivelare il numero di soldati feriti. Le perdite - osserva il quotidiano - evidenziano un effetto devastante a lungo termine per i due paesi che già prima della guerra erano alle prese con il declino della popolazione, principalmente a causa di turbolenze economiche e sconvolgimenti sociali.

In attesa del 5 novembre?

"Siamo tutti interessati alla pace, che non è una guerra congelata. La pace deve essere affidabile", ha dichiarato oggi Zelensky, nella conferenza stampa con Von der Leyen, a Kiev. Eppure, al momento, nessun orizzonte diplomatico sembra veramente imporsi alla vista. Una prospettiva che difficilmente cambierà prima del 5 di novembre, data delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. in gioco, per l'Ucraina, c'è il sostegno della Casa Bianca alla causa di Kiev come ha confermato la 'non risposta' di Donald Trump al dibattito di qualche giorno fa e come conferma il piano di pace presentato da JD Vance, candidato repubblicano alla vicepresidenza, che ricalca in buona parte le rivendicazioni del Cremlino. Il possibile cambiamento nei rapporti di forza è uno dei motivi per cui gli scontri sul terreno in queste settimane si stanno intensificando. Allo stesso modo Kiev sta aumentando la pressione per cercare di arrivare ad un negoziato, che molti ritengono ormai inevitabile, in una posizione più vantaggiosa.

Il commento

di Eleonora Tafuro Ambrosetti, Osservatorio Russia, Caucaso e Asia Centrale ISPIat ISPI

"Dopo il vertice di pace in Svizzera, sono aumentate le aspettative internazionali su un exit plan in Ucraina. Diversi fattori hanno riacceso le speranze: il secondo vertice annunciato da Zelensky che dovrebbe (nelle intenzioni del presidente ucraino, almeno) includere la Russia; Mosca che periodicamente si dice "pronta al dialogo"; l'opinione pubblica ucraina che, secondo i sondaggi, è più aperta a negoziare. Eppure le speranze di raggiungere un cessate il fuoco sono esigue, figuriamoci un accordo di pace che sia sostenibile nel tempo. Il primo vertice di pace ha messo in luce la capacità dell'Ucraina di riunire grandi folle di diplomatici e leader politici, ma ha fatto poco per far progredire i colloqui, mettendo anzi in risalto la posizione spesso ambigua di paesi del "sud globale" come India o Brasile. Zelensky ha pubblicamente lanciato il messaggio di pace e diplomazia che il pubblico occidentale ha bisogno di sentire, ma la realtà è che nessuna delle due parti ha raggiunto le condizioni necessarie per sedersi al tavolo dei negoziati pronti a raggiungere compromessi anche dolorosi".

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