DETEC - Federal Department of the Environment, Transport, Energy and Communications of the Swiss Confederation

12/13/2024 | Press release | Distributed by Public on 12/13/2024 07:38

Il Consiglio federale licenzia il messaggio concernente l’iniziativa popolare «Per una politica climatica sociale finanziata in modo fiscalmente equo (Iniziativa per il futuro)»

Il Consiglio federale

Berna, 13.12.2024 - Nella seduta del 13 dicembre 2024 il Consiglio federale ha licenziato il messaggio concernente l'iniziativa popolare «Per una politica climatica sociale finanziata in modo fiscalmente equo (Iniziativa per il futuro)». L'Esecutivo respinge l'iniziativa di Gioventù Socialista senza presentare un controprogetto diretto o indiretto. Stando alle stime, l'iniziativa potrebbe comportare minori entrate per la Confederazione e, in particolare, per i Cantoni e i Comuni. Creerebbe inoltre falsi incentivi in materia di protezione del clima.

L'iniziativa popolare «Per una politica climatica sociale finanziata in modo fiscalmente equo (Iniziativa per il futuro)» di Gioventù Socialista chiede l'introduzione a livello federale di un'imposta sulle successioni e sulle donazioni, che si applicherebbe a partire da una franchigia unica di 50 milioni di franchi. L'aliquota d'imposta ammonterebbe al 50 per cento. Il gettito dell'imposta verrebbe attribuito in ragione di due terzi alla Confederazione e di un terzo ai Cantoni e sarebbe impiegato in modo vincolato per «combattere la crisi climatica in modo socialmente equo» e «apportare all'economia nel suo complesso la trasformazione necessaria a tal fine».

Secondo la disposizione transitoria, l'imposta sulle successioni e sulle donazioni si applicherebbe dal momento dell'accettazione dell'iniziativa. L'imposizione dovrebbe avvenire retroattivamente a partire dall'entrata in vigore delle disposizioni d'esecuzione.

Il Consiglio federale ritiene l'iniziativa popolare valida sulla base della Costituzione federale e della prassi applicata per decenni dal Consiglio federale e dal Parlamento. Considera tuttavia estremamente problematico, in termini di politica statale, il dannoso effetto anticipato causato dall'iniziativa. Le persone potenzialmente interessate dall'effetto retroattivo domiciliate in Svizzera dovrebbero far fronte a una notevole incertezza giuridica, mentre quelle domiciliate all'estero rinuncerebbero a trasferirsi in Svizzera.

In sostanza, l'effetto retroattivo riguarderebbe soltanto le successioni e le donazioni effettivamente versate dopo l'eventuale accettazione dell'iniziativa popolare. Le disposizioni d'esecuzione, previste anch'esse nella disposizione transitoria per prevenire l'elusione fiscale, sarebbero invece applicabili solo a partire dalla data di entrata in vigore (e quindi non retroattivamente). Tuttavia, non è chiaro quali misure potrebbero essere prese in considerazione per prevenire l'elusione fiscale e se siano effettivamente attuabili a livello internazionale. Il Consiglio federale esclude la possibilità di introdurre un'imposta di partenza per motivi legali, poiché la partenza di una persona dalla Svizzera può avvenire anche per motivi diversi dall'elusione fiscale.

L'iniziativa popolare potrebbe implicare minori entrate

Il Consiglio federale respinge l'iniziativa popolare per motivi di natura economica, istituzionale, di politica fiscale e di politica climatica. L'iniziativa ridurrebbe notevolmente l'attrattiva della Svizzera come Stato di domicilio per le persone facoltose. Si tratta di persone che già oggi forniscono un contributo sostanziale alle entrate di Confederazione, Cantoni e Comuni e quindi anche alla politica climatica attraverso le imposte progressive sul reddito e sulla sostanza. Attualmente l'1 per cento dei contribuenti versa quasi il 40 per cento dell'imposta federale diretta, pari a oltre 5 miliardi di franchi.

Secondo le stime, in Svizzera sono circa 2500 i contribuenti che detengono una sostanza superiore a 50 milioni di franchi. La sostanza complessiva di cui dispongono dovrebbe ammontare a circa 500 miliardi di franchi. In caso di accettazione dell'iniziativa popolare, il potenziale gettito fiscale derivante dall'imposta federale sulle successioni e sulle donazioni proposta ammonterebbe teoricamente a oltre 4 miliardi di franchi. Tuttavia, l'introduzione di questa imposta potrebbe implicare adattamenti comportamentali molto significativi da parte dei contribuenti. È questa la conclusione a cui giunge il professor Marius Brülhart dell'Università di Losanna nella sua perizia commissionata dall'Amministrazione federale delle contribuzioni (AFC). Secondo le sue stime, tra il 77 e il 93 per cento del potenziale sostrato fiscale potrebbe defluire all'estero. Sulla base della perizia del professor Brülhart e di un'ulteriore rilevazione dei dati eseguita presso i Cantoni, l'AFC stima che il sostrato fiscale in deflusso potrebbe essere ancora più elevato (85‒98 %). Di conseguenza, dall'imposta sulle successioni e sulle donazioni risulterebbe soltanto un gettito compreso tra i 100 e i 650 milioni di franchi. Nel contempo, alle nuove entrate si contrapporrebbero ingenti perdite nell'ambito dell'imposta sul reddito e sulla sostanza esistente. Pertanto, per la Confederazione e i Cantoni ciò potrebbe tradursi in minori entrate provenienti da questa imposta.

I rischi in materia di imposta sul reddito e sulla sostanza sussistono anzitutto per i Cantoni e i Comuni, mentre per la Confederazione sono più bassi. L'introduzione di un'imposta a livello federale sulle successioni e sulle donazioni comporterebbe inoltre un'ingerenza nel sostrato fiscale dei Cantoni. Già oggi 24 Cantoni riscuotono un'imposta sulle successioni. L'iniziativa prevede esplicitamente che la competenza dei Cantoni di riscuotere un'imposta sulle successioni rimanga invariata. Con un'imposta sulle successioni e sulle donazioni a livello federale occorrerebbe chiedersi quanto margine di manovra resterebbe ai Cantoni per i valori patrimoniali superiori a 50 milioni di franchi. Anche la destinazione vincolata del gettito fiscale derivante dall'imposta federale sulle successioni e sulle donazioni costituisce un'ingerenza nell'autonomia finanziaria dei Cantoni.

La Svizzera persegue già oggi una politica climatica attiva

Oltre alle ripercussioni economiche, fiscali e istituzionali dell'iniziativa popolare, il Consiglio federale considera negative anche le conseguenze sullo scopo effettivo, ovvero la protezione del clima. L'Esecutivo condivide l'obiettivo principale dell'iniziativa nell'ottica della protezione del clima, tuttavia la Confederazione persegue già oggi una politica climatica attiva. Con la legge sul clima e sull'innovazione, la legge sul CO2 e la legge federale su un approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili, la Confederazione dispone degli strumenti legali necessari al fine di raggiungere l'obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra a un saldo netto pari a zero entro il 2050. Anche tenendo conto delle possibili riduzioni dovute al pacchetto di sgravio per il bilancio della Confederazione, quest'ultima dispone di risorse pari a oltre 2 miliardi di franchi all'anno per i settori dell'energia e della protezione del clima. Il Consiglio federale ritiene di avere così già soddisfatto lo scopo fondamentale dell'iniziativa, secondo cui la Svizzera deve agire contro i cambiamenti climatici.

Nel contempo l'iniziativa allenterebbe il principio di causalità nell'ambito della protezione del clima, poiché trasferirebbe in primis alle persone più facoltose il finanziamento delle misure per contrastare i cambiamenti climatici. In tal modo l'iniziativa scoraggerebbe in generale le persone ad adottare un comportamento rispettoso del clima e potrebbero anche crearsi falsi incentivi. Se l'iniziativa dovesse riuscire a raggiungere il suo obiettivo in termini finanziari, sarebbe necessario impiegare il gettito fiscale derivante dalla nuova imposta federale sulle successioni e sulle donazioni esclusivamente per la lotta contro i cambiamenti climatici, a prescindere dal fabbisogno effettivo. Di conseguenza aumenterebbe il rischio di impiegare le uscite statali in modo inefficace e non commisurato al fabbisogno e ciò potrebbe provocare importanti effetti di trascinamento.

Indirizzo cui rivolgere domande

Adrian Grob, specialista Comunicazione
Amministrazione federale delle contribuzioni AFC
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