11/20/2024 | Press release | Distributed by Public on 11/20/2024 06:21
In occasione del 35esimo anniversario della Convenzione, la Garante della Toscana ringrazia bambine e bambini, ragazze e ragazzi: "Ogni giorno ci ricordano che esistono e che il loro tempo è oggi prima ancora che domani"
Firenze - Nel 1989 le Nazioni Unite adottavano la Convenzione internazionale sui diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza, per affermare che anche una bambina e un bambino hanno diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici. Una convenzione che è il testo sui diritti umani più ratificato al mondo. Eppure,
"anche se molto è stato fatto dal quel 20 novembre 1989, in cui la Convenzione è stata adottata all'unanimità dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, molto di più resta da fare per assicurare tali diritti", dichiara la Garante della Toscana Camilla Bianchi.
Sono tanti, ancora troppi, i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze, che in molte parti del pianeta non godono di alcuna protezione, non possono accedere alle cure essenziali, all'acqua potabile, che sono costretti a vivere in condizioni di povertà, tra abusi e guerre. Solo ieri si sono celebrati i mille giorni di guerra in Ucraina, mentre continua ad infuriare il conflitto in Medio Oriente. Scenari, entrambi, che distruggono vite, sogni e speranze. "Ogni giorno bambine e bambini, ragazze e ragazzi ci ricordano che esistono e che il loro tempo è oggi prima ancora che domani" afferma ancora la Garante.
Le guerre non distruggono solo il territorio, spazzano via la vita, cancellano il lavoro, frantumano la sicurezza. "Oggi più che mai è necessario accogliere la voce dei più piccoli, renderli partecipi, ponendoli in modo sostanziale al centro delle azioni e degli interessi reali della nostra Comunità. È un loro diritto, così come sancito nella Convenzione stessa. Diritto che assume peraltro una particolare valenza in quest'epoca cupa e non pacificata, caratterizzata da una forte disgregazione delle relazioni sociali a tutti i livelli, personali, amicali, familiari, generazionali, comunitarie ed internazionali", continua la Garante.
"È doveroso - dichiara ancora - sviluppare quell'attitudine e quella cultura all'ascolto e all'incontro con l'altro, che tende a valorizzare quanto c'è in ogni persona e a farlo espandere" perché "è proprio nella valenza dell'incontro, della relazione, della reciprocità con l'altro che si vivifica quell'idea di tutela e di educazione dei nostri figli e dei figli degli altri, nel suo nobile significato di amorosa e appassionata cura, che dovrebbe indurre in ogni luogo del mondo ad offrire e non a togliere opportunità, al fine di crescere persone sane, libere e responsabili".
In questo 35esimo anniversario, come già ricordato dal Presidente Mattarella, "proteggere bambine e bambini da guerre e abusi è un dovere morale di tutti e resta ancora molto da fare".
"Ce lo ricordano i dati e i tristi e tragici fatti di cronaca" prosegue Banchi. "Ce lo ricordano il numero degli orfani speciali, delle persone di minore età fuori dalla famiglia, affette da malattie mentali, da disturbi del comportamento, da dipendenze, vittime della violenza, così come i numeri del bullismo e cyberbullismo, della povertà educativa, della dispersione scolastica, della deprivazione alimentare e finanche delle persone di minore età scomparse".
Nel nostro Paese continua a crescere il tasso di denatalità. Secondo i primi dati provvisori Istat riferiti al primo semestre del 2024 le nascite sono diminuite di 4mila 500 unità, il 2,1 per cento in meno rispetto allo stesso periodo del 2023. Al contempo è aumentato il tasso di povertà assoluta. Sono 1 milione 295mila i minorenni in povertà assoluta in Italia. L'incidenza maggiore, pari al 14,8 per cento, si registra nella fascia di età compresa tra 4 e 6 anni, mentre si attesta al 13,4 per cento nella fascia da 0 a 3 anni.
E continua a crescere la povertà educativa, intensificando le disuguaglianze sociali. "Sempre più infanti e adolescenti risultano esclusi da esperienze formative e culturali essenziali" ricorda la Garante. Il 70,5 per cento dei giovani tra i 3 e i 19 anni non ha mai visitato una biblioteca, il 16,8 per cento dei giovani tra i 6 e i 19 anni non ha mai fatto esperienza di cinema, teatro, musei, concerti e spettacoli e il 39,2 per cento non ha svolto alcuna attività sportiva. Il 10,5 per cento dei giovani tra i 18 e i 24 anni, poi, ha abbandonato la scuola con la sola licenza media, mentre l'8,4 per cento degli studenti dell'ultimo anno delle scuole superiori ha competenze insufficienti in italiano, matematica e inglese.
E ancora, circa 1 minorenne su 5, pari a 2 milioni di persone di minore età, soffre di un disturbo neuropsichiatrico, la cui sintomatologia si presenta mediamente prima dei 14 anni di età, mentre il 65 per cento dei giovani tra i 14 e i 26 anni di età dichiara di essere stato vittima di violenza sia fisica che psicologica, e tra questi il 63 per cento attesta di aver subito atti di bullismo ed il 19 per cento di cyberbullismo.
"Oggi la Convenzione Internazionale, che resta un ineludibile riferimento a cui tendere, richiama non solo ad una sua imprescindibile rilettura alla luce di nuovi obiettivi e di nuove sfide, ma richiama altresì ad un esercizio di effettiva, necessaria ed impellente responsabilità la società nella sua interezza, nelle sue articolazioni pubbliche ed in quelle private, affinché si vivifichi il senso autentico di una Comunità in cui tutti, anche il più piccolo, possano essere ascoltati, rispettati e tutelati nei propri diritti e sentirsi pienamente cittadini di quella Comunità" conclude Bianchi.